Chi è Guerta, il rapper samurai che maneggia le parole come spade?

Da PXP sosteniamo gli artisti che non si limitano a seguire la tendenza, ma che impostano il proprio universo. E Guerta, originario del Vietnam e rapper del 13° arrondissement di Parigi, ne è l’esempio perfetto. Un mix di rap di strada tecnico, melodie eteree e riferimenti asiatici profondi, costruisce un mondo a parte, tra Parigi e l’Asia, tra punchline affilate e introspezione.

Un rapper dall’universo unico e tagliente

Guerta ha un flow preciso, una scrittura tagliente, ma anche una forte identità visiva e culturale. Di origine vietnamita, rivendica con orgoglio le sue radici in ogni progetto. Il suo percorso? 3 progetti indipendenti, 700.000 streams, oltre 300.000 visualizzazioni su YouTube, e una presenza consolidata sul palco con numerosi concerti.

Il suo stile è la sua immagine: autentico, raffinato e ispirato.

Un’estetica giapponese dichiarata

Per Guerta, l’universo asiatico non è un décor, è una linea guida. Ogni progetto è un omaggio al suo patrimonio, a una cultura a cui tiene profondamente. Ne sono testimonianza:

• Les Derniers Samouraïs (album, 2022): un omaggio diretto allo spirito di combattimento, codice e lealtà.
• Jutsu part.1 (2022) & Jutsu part.2 (2024): chiaro riferimento all’immaginario ninja, alle tecniche nascoste, alla padronanza interiore.
• Hanzo part.1 & 2 (2024): sulle copertine, spade giapponesi troneggiano con orgoglio – una per la prima parte, due per la seconda… Si intuisce già che la parte 3 completerà il quadro, con uno spazio vuoto pronto ad accogliere la terza spada.

Questa attenzione ai simboli, ai visual, ai riferimenti crea una coerenza rara nel panorama rap francese. Guerta non si limita a rappare: racconta una storia, la sua.

Uno stile street e samurai

Cosa ci lega a Guerta? Lo stesso amore per il dettaglio, il messaggio e lo stile che ha senso. Da Project X Paris, difendiamo uno streetwear forte, che esprime un atteggiamento, una volontà di tracciare la propria strada. Guerta, lui, porta la spada alla cintura e il microfono come una bandiera.